Cuesta-Parma, l’alba di una nuova era: il tecnico più giovane d’Europa si presenta

Giugno 25, 2017 Off Di Admin
Cuesta-Parma, l’alba di una nuova era: il tecnico più giovane d’Europa si presenta

Il colombiano di 29 anni svelato da Cherubini: “No agli effetti speciali, puntiamo sulla crescita a lungo termine”

Una scommessa ragionata, non un azzardo. Il Parma ha alzato il sipario sul suo nuovo condottiero: Carlos Cuesta, 29 anni (ne compirà 30 il prossimo 29 luglio), diventa ufficialmente l’allenatore più giovane non solo della Serie A, ma dei cinque maggiori campionati europei. Il colombiano, fresco dell’esperienza come vice di Mikel Arteta all’Arsenal, ha firmato un contratto biennale con i ducali, per un ingaggio che si aggira poco sotto il milione di euro a stagione più bonus.

Una scelta che ha catalizzato l’attenzione dei media e dei tifosi, curiosi quanto sorpresi per una nomina che si discosta nettamente dalla tendenza generale del calcio italiano, dove l’esperienza viene spesso privilegiata rispetto all’innovazione, un po’ come accade nel mondo delle scommesse dove le piattaforme tradizionali vengono preferite ai nuovi operatori come 1Red Casino che tentano di rivoluzionare il settore con approcci freschi e dinamici.

La visione di Cherubini: un cambio di paradigma

Rompere il ciclo dell’instabilità. A presentare Cuesta è stato l’amministratore delegato Federico Cherubini, che con il tecnico colombiano aveva già avuto contatti durante il suo periodo alla Juventus, quando tentò di portarlo nel settore giovanile bianconero. Le parole del dirigente hanno tracciato un quadro chiaro della filosofia che ha guidato questa scelta:

“Dietro questa decisione non c’è la volontà di stupire o di fare effetti speciali. Abbiamo riflettuto profondamente sul sistema calcio italiano, dove la permanenza media di un allenatore in panchina è tra le più basse d’Europa: meno di 300 giorni. Affidiamo progetti pluriennali per poi interromperli dopo una stagione. Ci siamo chiesti come dare una risposta a questo sistema che spesso porta gli allenatori a vivere un rapporto conflittuale con i club, dove manca la fiducia reciproca.”

Cherubini ha quindi spiegato l’obiettivo: “Vogliamo recuperare la figura dell’allenatore come elemento strutturale della crescita del club, affidandoci a un profilo che rispecchi i nostri obiettivi nel medio termine. Carlos ha avuto esperienze internazionali significative, sia con prime squadre sia con settori giovanili. È ambizioso e giovane, e secondo noi è la scelta giusta.”

Il colombiano si racconta: umiltà e visione

L’età? Solo un numero. Parlando in un italiano sorprendentemente fluido, Cuesta ha espresso immediatamente la sua gratitudine e la sua visione: “Mi sento veramente onorato di far parte di un grande club come il Parma. L’ho sentito in modo molto naturale, percepivo grande fiducia. Sicuramente l’età può essere una sorpresa per molti, ma per me è solo un numero. Non voglio che diventi un alibi: desidero essere valutato esclusivamente come allenatore del Parma.”

Sulla sua formazione e sul suo approccio tattico, il colombiano ha mostrato apertura e flessibilità: “Non ho un modello preciso, voglio imparare costantemente da tutti. Il mio passato in Italia, Spagna e Inghilterra mi ha aiutato a sviluppare certe idee, ma cerco ispirazione ovunque, anche in altri sport.”

Nessuna indicazione specifica sul modulo di gioco (“Si attacca in undici e si difende in undici. Dobbiamo essere una squadra”) o sui giocatori che vorrebbe (“Sono questioni che affronterà il club”), ma chiare le sue intenzioni: “Cercheremo di avere una squadra organizzata in tutti i reparti, con principi molto definiti. Vogliamo sfruttare al massimo le potenzialità dei nostri giocatori per costruire una personalità di squadra forte.”

Obiettivi e filosofia: la salvezza non si nomina

Identità chiara ma versatile. Pur senza mai pronunciare la parola “salvezza”, Cuesta ha delineato il suo approccio alle sfide che lo attendono: “La Serie A è un campionato con tanti calciatori e allenatori di valore. È una sfida bellissima. Avremo un’identità chiara, una linea guida, ma dovremo anche essere versatili per adattarci ai vari contesti. Gli avversari ci metteranno in difficoltà e dovremo trovare le soluzioni giuste per tornare al nostro calcio preferito.”

Un approccio pragmatico che ricorda le parole di altri tecnici esperti come Maurizio Sarri, che ha recentemente definito il suo ritorno alla Lazio “una scelta di cuore e non furba”, dimostrando come anche i tecnici più navigati siano guidati da passione oltre che da calcoli.

Sul suo primo impatto con l’ambiente ducale, Cuesta ha espresso sensazioni estremamente positive: “Ho percepito un’energia molto bella fin dalle prime conversazioni. Ho trovato persone umili, con desiderio di lavorare e voglia di farti sentire a casa.”

Il valore del giocatore al centro

Costruire su misura, non imporre. Particolarmente significativa la chiusura dell’intervento del nuovo tecnico gialloblù, che ha svelato il suo credo calcistico fondamentale: “Il punto di partenza, per me, è il giocatore, e non come io voglio giocare.”

Una dichiarazione che sintetizza la filosofia di un allenatore giovane ma con le idee chiare, pronto a plasmare il suo Parma sulle caratteristiche dei calciatori a disposizione piuttosto che forzarli in schemi precostituiti. Una visione moderna che, unita all’entusiasmo e alla preparazione internazionale, rappresenta la scommessa del Parma per consolidarsi in Serie A dopo la promozione.

Ora la palla passa al campo, dove Cuesta dovrà dimostrare che l’età è davvero solo un numero e che la sua visione può tradursi in risultati concreti per i ducali.